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Sistemi sanitari: Italia vs USA

In questo periodo si sente spesso parlare di sistema sanitari, e di come alcuni siano più efficienti di altri. Ecco perché è importante capire quale sono gli elementi strutturali di ciascun sistema, e perché dovremmo andare particolarmente fieri del nostro.


In Italia l’articolo 32 della Costituzione italiana sancisce il diritto alla salute di tutti gli individui. Il sistema sanitario nazionale si pone dunque come un sistema pubblico di carattere "universalistico", tipico di uno stato sociale, che garantisce l'assistenza sanitaria a tutti i cittadini. Per questo il sistema è finanziato dallo Stato stesso attraverso la fiscalità generale e dalle entrate dirette, ossia quelle che vengono percepite dalle aziende sanitarie locali (le ASL) attraverso ticket sanitari (cioè delle quote con cui l'assistito contribuisce alle spese) e prestazioni a pagamento.


Generalmente, quando ci curiamo attraverso il SSN (quindi ovviamente non in una clinica privata) paghiamo soltanto un ticket di qualche decina di euro per la prestazione. Non è una cosa scontata, e tra poco vi faremo vedere perché. Ci sono anche delle strutture private ovviamente, e in quelle accreditate il SSN rimborsa parte della spesa sostenuta per i servizi erogati.


Un’altra particolarità del sistema sanitario nazionale è che sono le Regioni a organizzare l’erogazione dei servizi, secondo il principio di sussidiarietà. Per questo ci possono essere grandissime differenze tra una regione e l’altra (dovute a inefficienze regionali e ad un uso sbagliato delle risorse).


Ma adesso passiamo a esaminare un altro modello di sistema sanitario, quello degli Stati Uniti, che è il massimo esempio di sistema sanitario privato. Infatti gli Stati Uniti sono una delle poche nazioni industrializzate a non avere una copertura sanitaria universale.

Negli Usa ci sono due programmi assistenziali pubblici sono: Medicare e Medicaid.


Medicare è il programma nazionale di assistenza agli anziani (ultrasessantacinquenni), universalistico, in quanto indipendente dal reddito.


Medicaid è un programma gestito dai singoli Stati (con un contributo federale che copre il 60% delle spese) e rivolto ad alcune fasce di popolazione a basso reddito (famiglie con bambini, donne in gravidanza, anziani e disabili).


E tutti quelli che non rientrano in questi programmi?

Devono pagare di tasca propria ogni singolo servizio di cui usufruiscono: l’ambulanza, il letto in ospedale, gli anestesisti e gli infermieri ecc. E non costano poco: ammalarsi può essere una vera e propria tragedia se non si gode di una copertura sanitaria completa.

In realtà sono stime molto al ribasso, perché si riferiscono solo all’operazione, senza considerare i costi di degenza in ospedale (che possono costare fino a 1000 euro al giorno). Pensate che per un parto gemellare si può arrivare ai 150mila dollari. Secondo alcune stime, ogni anno circa 650.000 americani vanno in bancarotta a causa delle spese sanitarie.


Molto spesso le assicurazioni sanitarie sono legate al posto di lavoro, e fanno parte del contratto lavorativo: oltre allo stipendio, si giudicano le posizioni lavorative anche per i servizi sanitari che il datore di lavoro offre. Infatti molte assicurazioni coprono solo parzialmente le spese sanitarie, e non si prendono carico di alcuni interventi specifici (per esempio il dentista).


Venire licenziati è dunque un problema non solo perché non si percepisce più uno stipendio, ma anche perché si vive nel terrore di doversi pagare la sanità privata di tasca propria nel caso in cui si abbia un problema di salute. Pagarsi un’assicurazione da soli costa infatti tantissimo: il costo medio per la copertura di un individuo è di circa $393 al mese, per una polizza di livello medio (silver). Il costo medio di una polizza familiare, per una famiglia che non riceve sussidi è di $1012 al mese.

Per questo la riforma sanitaria è nei programmi di tutti i candidati alle primarie del Partito Democratico (anche se al momento ne sono rimasti solo due). Trump invece, non solo non si preoccupa di questo grandissimo problema della società americana, ma ha anche cercato di smantellare la riforma Obamacare voluta da Obama nel 2010 per garantire una copertura assicurativa ai milioni di americani che risultavano scoperti.


Come mai negli Usa c’è un sistema così poco protettivo nei confronti della salute dei suoi cittadini?

Tutto dipende dalla “filosofia” che c’è dietro ai compiti assegnati allo Stato: in Europa abbiamo il modello “universalistico” o Beveridgeano, (da Lord Beveridge), che si basa su schemi di copertura onnicomprensiva e prestazioni egualitarie, finanziate dal gettito fiscale. Essendo un modello universalistico, esso vuole offrire protezione e sicurezza a tutti i cittadini in condizione di bisogno, indipendentemente dalla partecipazione al mondo del lavoro o degli adempimenti contributivi.


Negli Stati Uniti invece c’è il modello “occupazionale” o Bismarckiano, che è basato sulla competizione. Tra pubblico e privato, tra assicurazioni e assicurazioni, tra medici e medici, tra cliniche e cliniche. Secondo questo modello il modo migliore per ottenere il massimo livello di prestazione e di utilità sociale è seguire le logiche di mercato, che portano le aziende private (in questo caso gli ospedali e le compagnie assicurative) a competere tra loro per accaparrarsi i clienti (cioè i pazienti).


Peccato che questo modello faccia fatica a conciliarsi, almeno negli Stati Uniti, con la tutela del diritto alla salute di tutta la popolazione.


Vi lasciamo qua un video interessante per capire la sanità americana in 2 minuti:






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