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Parliamo di obsolescenza programmata

Aggiornamento: 22 apr 2020

Perché i telefoni iniziano a funzionare male dopo qualche tempo che li si possiede?



Si tratta di obsolescenza programmata: una strategia volta a definire il ciclo vitale di un prodotto, in modo che dopo un certo periodo di tempo risulti mal funzionante oppure obsoleto agli occhi del consumatore. Le aziende quando progettano un prodotto "pianificano" il tempo in cui sarà utilizzabile prima di venire sostituito da un altro modello.


È nata negli anni '30 con le lampadine: erano progettate in modo da durare circa per 1.000 ore di utilizzo, anche se la tecnologia avrebbe permesso di produrne di più performanti. Alle aziende conveniva però venderle più spesso.

É poi stata applicata ai collant: i ricercatori dell'azienda chimica DuPont riuscirono a creare il nylon, una nuova fibra sintetica molto resistente, utilizzata per creare calze da donna che si smagliavano molto più difficilmente di quelle esistenti. Ma poiché la durabilità delle calze era eccessiva e dannosa per gli affari, la DuPont incaricò i propri tecnici di indebolire la fibra stessa che avevano creato.Così negli anni '50, durante la grande depressione, per stimolare i consumi gli elettrodomestici erano progettati per durare il meno possibile.



Nel 2018 Apple e Samsung sono state multate dall'Antitrust, rispettivamente per 10 e 5 milioni di euro, per aver programmato degli aggiornamenti del software dei cellulari in modo tale che provocassero dei disfunzionamenti nei modelli più vecchi. L'obbiettivo era accelerare il processo di sostituzione. Quando invece le aziende puntano sulla comunicazione per stimolare l'acquisto dei nuovi modelli, si parla di "obsolescenza percepita": il consumatore è spinto a gettare via il modello che possiede, sebbene funzioni ancora, perché lo percepisce come vecchio e malfunzionante.



Le conseguenze di queste strategie non sono soltanto l'esasperazione del consumismo nella società, ma anche una vasta produzione di rifiuti difficili da smaltire.

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