top of page

L'evasione fiscale spiegata facile

Aggiornamento: 1 ago 2020

Che cos’è, come si pratica, a quanto ammonta in Italia


Con evasione fiscale si intende il comportamento di un contribuente, che si tratti una persona o di una società, volto a ridurre o evitare il prelievo di imposte, tasse o contributi.

È bene ricordare che le imposte sono i soldi raccolti dallo Stato con lo scopo di finanziare le attività pubbliche generali, senza vincoli o specifiche destinazioni. Un esempio è l’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto), che viene pagata senza che lo Stato specifichi per cosa utilizzerà i soldi raccolti.

Le tasse, invece, sono i soldi richiesti dallo Stato alle persone con lo scopo di finanziare un servizio pubblico specifico. Un esempio è la TASI (Tassa sui Servizi Indivisibili), che viene pagata a fronte di una serie di servizi erogati dallo Stato (es. smaltimento rifiuti, manutenzione stradale e illuminazione comunale).

I contributi, infine, sono soldi richiesti dallo Stato a fronte di un servizio pubblico divisibile, (offerto cioè al singolo cittadino) e che, tecnicamente, non viene richiesto direttamente dal contribuente ma viene imposto dall’Ente Pubblico, quindi egli è comunque tenuto a finanziarlo e ad usufruirne - al contrario di ciò che avviene per le tasse, per esempio, applicate solo quando si richiede un servizio. Un esempio di contributo è la quota annuale richiesta ai liberi professionisti (es. avvocati) dalla rispettiva associazione di categoria al fine di dare loro delle garanzie previdenziali aggiuntive (in caso di infortunio o pensione).

L’ampio fenomeno dell’evasione fiscale comprende una serie di comportamenti diversi tra loro ma tutti volti a ridurre il prelievo di risorse da parte dello Stato.

Gli scenari più comuni includono:

  1. Vendere o prestare servizi al consumatore senza emettere il corrispettivo documento fiscale (scontrino, fattura, ricevuta), attraverso la vendita in nero.

  2. Emettere un documento fiscale ma con un importo solo parziale rispetto a quello reale. In questo modo l’IVA e le altre imposte sono pagate solo sulla base della somma “dichiarata”, anziché su quella reale.

  3. Falsificare la dichiarazione dei redditi in modo da pagare un'imposta minore. Questo metodo risulta più sofisticato dei precedenti e prevede, ad esempio, un’indicazione diversa da quella reale della natura del reddito percepito.

  4. In un rapporto di lavoro regolare, ricevere parte dello stipendio in nero in forma non documentata.

  5. Non pagare imposte o adempimenti obbligatori quali ad esempio canone Rai, bolli auto o assicurazione RCA. 

  6. Sovrastimare i costi affrontati da un privato o da una azienda al fine di dichiarare un reddito imponibile minore. 

L’evasione fiscale costituisce ogni anno un problema immenso per l’Italia. Secondo l’Istat, nel 2017 il valore di tutte le attività commerciali sommerse (capaci quindi di evadere la tassazione) ammontava a circa €210 miliardi, più o meno il 12% del Pil italiano.

I maggiori evasori sono, in generale, i lavoratori e le imprese autonome (come ad esempio commercianti, artigiani, agricoltori) ma anche liberi professionisti (quali avvocati e commercialisti) che nel 2017 hanno evaso circa il 70% dell’IRPEF (ossia la tassa sul reddito delle persone fisiche), spesso tramite sottodichiarazione. 

Un’altra importante fonte di evasione in Italia deriva, come dicevamo, dal lavoro in nero - che nel 2017 ha contato più di 3 milioni di lavoratori irregolari. 

Un ultimo dato poco rassicurante riguarda infine l’IVA (la tassa sugli scambi di beni e servizi), che in Italia viene evasa più che in ogni altro paese europeo. 


Conseguenze dell’evasione


L’evasione fiscale porta con sé due principali conseguenze: una minore entrata di denaro nelle casse dello Stato e una distorsione del mercato con vantaggi per gli evasori.

Nel primo caso la dinamica è chiara: con il pagamento mancato o parziale delle tasse lo Stato e le Amministrazioni Pubbliche si ritrovano ad avere entrate minori. Questa situazione può portare a diverse conseguenze, quali: la riduzione di servizi o della spesa pubblica (ossia l’insieme di spese sostenute per l’istruzione, i sussidi, gli ospedali e tutti gli altri servizi pubblici), oppure un aumento delle entrate, (compensando l’evasione tramite un aumento delle tasse ai contribuenti che invece non evadono) o, ancora, con un aumento del debito pubblico

L’altra conseguenza negativa dell’evasione è la distorsione del mercato. Vi è una penalizzazione nei confronti di chi paga le tasse, a vantaggio di chi non lo fa. Questi ultimi, infatti, beneficiano di costi minori e possono permettersi di offrire prezzi più competitivi. Imprese e privati in regola si trovano quindi a fronteggiare una concorrenza sleale da parte degli evasori, che potrebbe anche portare a escludere dai giochi i competitors che si comportano correttamente.


Come contrastarla


Con lotta all’evasione si intende l’insieme delle misure prese da uno Stato col fine di ridurre il valore dell’economia sommersa. Uno dei principali strumenti consiste nell’accertamento fiscale (un insieme di controlli condotti dalla Pubblica Amministrazione verso fonti quali: dichiarazione dei redditi, documenti contabili, patrimonio o comportamento di un contribuente). Tutte queste funzioni sono svolte dall’Agenzia delle Entrate, un ente pubblico controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, con il supporto della Guardia di Finanza - forza di polizia sempre al servizio del Ministero. 

Negli ultimi anni in Italia le misure introdotte per limitare l’evasione includono anche la riduzione del tetto massimo per i pagamenti in contante, incentivi per l’utilizzo di carte di credito/bancomat e fatturazione elettronica per le imprese. 

Distinzione con elusione


È importante non confondere il fenomeno dell’evasione fiscale con quello di elusione e frode. Per elusione fiscale si intende un comportamento atto ad evitare il pagamento dell’imposta senza per questo violare la legge, ma sfruttando carenze dell’ordinamento giuridico. In questo caso le norme vengono solitamente aggirate, senza commettere tecnicamente reato, diversamente da ciò che accade invece con la frode fiscale.  


Difesa degli evasori


L’evasione fiscale è un comportamento profondamente radicato nella cultura italiana, e per questo particolarmente difficile da contrastare. Tra le giustificazioni più usate dagli evasori rientrano spesso: il livello troppo elevato della tassazione, un complesso sistema tributario in cui è difficile orientarsi e la scarsa fiducia nell’uso che lo Stato può fare delle finanze pubbliche. 

È necessario registrare anche la diffusa complicità dei consumatori, i quali, ad esempio, pagando in contanti per un servizio beneficiano loro stessi di un prezzo inferiore - dovuto all’evasione dell’IVA. 

Varrebbe la pena, per capire meglio le logiche che conducono un soggetto ad evadere fiscalmente, menzionare il pensiero espresso da Silvio Berlusconi e da Luigi Einaudi (ex Presidente della Repubblica), i quali affermarono rispettivamente che: “Se si chiede una pressione del 50% ognuno si sentirà moralmente autorizzato ad evadere'' e che: ”La frode fiscale non potrà essere davvero considerata alla stregua degli altri reati [...] finché le sottili arti della frode rimarranno l’unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco”.

Il concetto di evasione fiscale in Italia tende quindi, in certi casi, ad essere giustificato come “necessario”, come unico mezzo a disposizione per fronteggiare un pressante sistema fiscale verso il quale il contribuente non nutre fiducia. 

Per superare questa convinzione è necessario che lo Stato ripristini una sorta di circolo virtuoso nel quale, riacquisendo la fiducia dei propri contribuenti da un lato e ponendo più rigidi controlli per impedire l’evasione dall’altro, i cittadini si sentano meno avversi a far fronte a questi oneri.

Fonti e approfondimenti











bottom of page